L'autorità antitrust italiana aveva originariamente comminato a Facebook una multa di 10.000.000 di euro per aver violato le norme sulla protezione dei dati. Per esempio, al gruppo è stato contestato di non aver informato gli utenti che i loro dati venivano sfruttati. È stata anche contestata la dichiarazione di FB secondo cui la registrazione è gratuita per l'utente. Come è ormai noto, gli utenti pagano con il loro bene forse più prezioso (i dati). Il tribunale amministrativo aveva ridotto la multa in prima istanza a Euro 5.000.000, in seconda e ultima istanza è stata alzata di nuovo.
Speriamo che i quartieri generali americani ne prendano nota. Che la multa possa essere pagata in contanti si può supporre con un profitto netto di Euro 29.000.000.000 nel 2020.