L’Italia si allinea ad altri paesi europei introducendo l’assegno unico universale per i figli a carico, che può essere parificato al Kindergeld erogato in Germania. Viene quindi introdotto in Italia, dapprima, un assegno mensile unico "ponte” (in via transitoria) a partire dal 1° luglio 2021 per sei mesi, i cui beneficiari saranno le famiglie che sono attualmente escluse dagli assegni familiari, tra cui i lavoratori autonomi o incapienti (reddito Isee familiare fino a 50.000 euro). L’importo mensile versato varia da un minimo di 30 euro ad un massimo di 167,50 euro per ciascun figlio, in proporzione al reddito, dal terzo figlio è prevista una maggiorazione del 30%. Per i figli con disabilità l’importo mensile è aumentato di 50 euro.
Successivamente a partire dal gennaio 2022 è prevista l’estensione universale dell’assegno unico abbinata ad una riforma fiscale relativamente alle detrazioni fiscali e bonus attualmente in vigore. L’introduzione dell’assegno unico per i figli di cui sopra avrà importanti ripercussioni per alcune famiglie, in quanto ciò comporterà l’esclusione o la riduzione delle prestazioni familiari prestate da un altro Stato membro UE per i familiari residenti in Italia, in forza delle regole di priorità in caso di cumulo previste dal regolamento CE 883/2004.